S55X Ricostruzione - Savoia Marchetti historical

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S55X Ricostruzione

Una fantastica iniziativa del nuovo Gruppo Storico SAVOIA MARCHETTI: ricostruire un S.55 X da esporre a Volandia.

Nel marzo scorso è stato ufficialmente costituto il “SAVOIA MARCHETTI  Historical Group” a Somma Lombardo, nei pressi dell’Aeroporto di Milano Malpensa. Ha sede a Volandia, Parco e Museo del Volo.  Ne fanno parte molti appassionati del “Gruppo Lavoratori Seniores SIAI Marchetti”(GLS), dell’ “Associazione Amici di Volandia” e tecnici, storici, giornalisti aeronautici e esperti di sottoscrizioni pubbliche, con l’appoggio di alcune industrie del Distretto Aeronautico del Varesotto come l’Aerosviluppi e le Officine Villella. Nel campo dell’editoria il nuovo Gruppo ha il supporto della riviste italiane Modellismo e VFR Aviation nonché  dell’inglese RC Model World che hanno tutte pubblicato degli articoli sull’S.55.

 

Modellismo ha riportato, in occasione del centenario della SIAI Marchetti (1915-2015), la storia dell’industria di Sesto Calende in tre puntate (26 pag.), illustrando brevemente tutti i tipi di velivoli prodotti, dall’FBA idrovolante biplano, costruito su licenza Schreck nella Prima Guerra Mondiale, all’ultimo jet  SIAI S 211 che, rivisitato Finmeccanica, è destinato ad equipaggiare la Pattuglia Acrobatica Nazionale come “M 345” e essere anche un successo in esportazione. Il Gruppo Storico Savoia Marchetti, che ha come coordinatore l’ing.Filippo Meani, ha come scopo non solo la ricostruzione, la ricerca e il restauro dei velivoli eventualmente disponibili in condizioni di relitto, ma anche il ricondizionamento e la scansione  della documentazione esistente per poterla usare senza alcun timore di deteriorarla.  E con questo scopo, per iniziare, sono stati pazientemente identificati e restaurati i disegni costruttivi originali dell’idrovolante S.55 degli anni ‘30. E’ stata un’opera notevole dato che sono stati passati allo scanner quasi 900 disegni per poter disporre di copie facilmente utilizzabili. L’ing.Maurizio Grillo li ha visionati tutti e ne ha diretto l’opera di restauro con l’aiuto di altri colleghi ed amici del GLS, oltre che di appassionati esterni. Determinante anche la supervisione di Marzio Mariani, presidente del GLS. Il Presidente degli “Amici di Volandia” è Paolo Montonati e il Presidente del Comitato Scientifico del  Museo Volandia è l’avv. Claudio Tovaglieri, che seguono in prima persona l’iniziativa. Attualmente non si sono scoperti relitti dell’S.55 da restaurare, salvo uno in Siberia che purtroppo si presenta in pochi resti, molto danneggiati, ritrovati solo alcuni anni fa. Il Gruppo Storico Savoia Marchetti sta tentando di riportare in Italia dalla Russia almeno un motore originale che era montato su questo S.55 P (Passeggeri). Il velivolo, nel 1935, precipitò nella regione di Khabarovsk sepolta in una fitta nebbia che causò un disgraziato impatto contro la cima di un larice nella taiga, in una zona impervia. Esiste per contro in Brasile un esemplare dell’S.55 “Jahù” acquistato da Joao Ribeiro De Barros per tentare la traversata da Genova a San Paolo nel 1926. L’apparecchio era l’ “Alcione” di Casagrande danneggiato da una tempesta a Casablanca, anch’esso in un tentativo di traversare l’Atlantico Meridionale.  De Barros lo fece restaurare e aumentò il volume degli scafi. Montò due motori Isotta Fraschini da 500 Hp. A causa di vari contrattempi questo S 55  arrivò in Brasile solo nel ’27, preceduto da Francesco de Pinedo con un S.55 battezzato “Santa Maria”, come la caravella di Colombo. Lo “Jahù” restaurato si trova nel Museo TAM che però è stato chiuso di recente e forse andrà in un'altra sede. Al suo restauro aveva collaborato l’Aeronautica Militare Italiana. In Italia esiste solo un troncone di uno degli scafi d’un S.55X delle squadriglie rosse della crociera nordatlantica del 1933, conservato al Museo A.M.I. di Vigna di Valle. Questa situazione ha indotto il SAVOIA MARCHETTI Historical Group a considerare la ricostruzione “full scale” di un S.55 X della seconda crociera atlantica del 1933 organizzata da Italo Balbo. Il desiderio era realizzare un esemplare volante, ma sono stati presto verificati degli ostacoli insormontabili come il costo elevatissimo, la difficoltà di ottenere la certificazione di navigabilità e soprattutto l’impossibilità di usare in Italia degli specchi acquei ormai tutti inabili per gli idrovolanti, salvo il Lago di Como. Purtroppo però l’Aero Club di Como non dispone di un capannone a terra capace di ricoverare un S.55 X (24 m d’apertura alare per un peso di più di 5500 kg) assieme agli altri idro della sua flotta. Si è dovuto quindi optare per un S.55 X da museo, da esporre a Volandia, ma costruito con le tecniche di allora, usando legno, colla, chiodi, tela e i pochi elementi metallici dell’originale. E la costruzione le seguirà grazie ai disegni dell’epoca e ai Manuali d’istruzione ritrovati.

 

Costruzione d’epoca
Sulla base della documentazione disponibile, è iniziato il lavoro di ricostruzione partendo dalle derive e dai timoni in tubetti d’acciaio saldati come l’originale. Sarà poi la volta dell’impennaggio orizzontale in listelli di legno ma con l’elevatore mobile sempre in tubetti d’acciaio. L’ Istituto Feltrinelli di Milano è interessato a costruire le centine in legno dello stabilizzatore che poi dovrebbe essere assiemato a Volandia. Quel che ci si propone è ritrovare la tecnologia degli anni ‘30 per poter esporre nel Museo Volandia un S.55 X come veniva prodotto all’epoca. Alcune parti saranno molto impegnative, come l’ala, gli scafi e la parte centrale dell’ala completa di cabina. La gondola motori coi suoi montanti metallici sarà un  pezzo di bravura anche se è previsto di montare dei simulacri al posto dei motori Isotta Fraschini Asso da 800 Hp che verranno lasciati a terra perché il pubblico possa esaminarli nei dettagli. Lo stesso è stato fatto in Brasile con lo “Jahù”. Noi tutti, aeromodellisti e appassionati di aeronautica, seguiremo con molto interesse questa iniziativa che ci permetterà di guardare e fotografare un velivolo in scala al vero che ha fatto la storia della nostra Aeronautica. Certo non è stato costruito in quantità notevoli come l’S.-79 o il Macchi 202, ma, nel 1933, quello stormo di Balbo di 23 apparecchi SAVOIA MARCHETTI S.55 che tornò dagli Stati Uniti fece conoscere l’Italia al mondo intero. Nelle varie versioni l’S.55 toccò i 250 esemplari.

MULTA RENASCENTUR QUAE IAM CECIDERE    / Quinto Orazio Flacco (rinasceranno molte cose ormai cadute)











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